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(Tratto dal sito internet “Andrologia.org” – pubblicato il 21 giu 2015 a cura del Dr. Paolo Michele Giorgi) –
Che cosa si intende con il termine “eiaculazione precoce”? Si intende l’incapacità di controllare volontariamente l’eiaculazione e l’orgasmo, che avvengono quindi prima che il soggetto lo voglia.. Nell’esperienza clinica pratica, i soggetti affetti da questo disturbo hanno un tempo di latenza eiaculatoria intravaginale – il cosiddetto IELT – inferiore ai cinque minuti e la gran parte di essi ha una soglia eiaculatoria durante la penetrazione vaginale inferiore ai tre minuti . Non sono rari i casi di eiaculazione precoce definita “ante portam” , che interviene ancor prima della penetrazione. La caratteristica comune è comunque l’incapacità di “rinviare ” volontariamente l’eiaculazione che si presenta come improvvisa ed automatica ed il senso di frustazione ed ansia che si accompagna all’attività sessuale, spesso con pesanti ripercussioni sulla vita di coppia. Talvolta il quadro si complica anche con progressiva difficoltà di erezione e riduzione del desiderio sessuale, sintomi spesso mediati dall’ angoscia crescente per l’insoddifacente attività sessuale. Sul piano psichico, non è infrequente una sintomatologia secondaria di tipo ansioso-depressivo.
Nella gran parte dei casi è un disturbo che accompagna il soggetto fin dai primi rapporti sessuali (eiaculazione precoce PRIMITIVA, o “long-life” ); è stato stimato che interessi circa il 10-15% dei maschi adulti ed è sicuramente il disturbo sessuale piu’ diffuso e piu’ taciuto. Le forme secondarie (eiaculazione precoce SECONDARIA) intervengono invece dopo un periodo di normalità e sono generate da patologie organiche, quali irritazioni della cute del pene (balaniti, piccole infezioni) , prostatiti, vescicoliti, malattie delle vie nervose, diabete etc. I difetti di retrazione del prepuzio, quali fimosi e frenulo corto, non sono da considerare come causa diretta; frequentemente sono invece una concausa, un elemento aggravante del disturbo. In questi casi la cura specifica della patologia alla base del disturbo, fa scomparire la rapidità del riflesso, anche se talvolta l’ansia che ne è derivata, finisce per mantenere la difficoltà del controllo eiaculatorio per tempi prolungati.