[wpdevart_like_box profile_id=”https://www.facebook.com/Manieri-Studio-Medico-585987654747222/” connections=”show” width=”300″ height=”90″ header=”big” cover_photo=”show” locale=”en_US”] |
(Articolo redatto e pubblicato da Cataldo Di Bisceglie – 8 mar 2016)
Gli ormoni sono sostanze presenti nel nostro corpo, fondamentali per regolare importanti funzioni del nostro organismo. Essi vengono prodotti dalle ghiandole “endocrine“, così dette perché secernono i loro prodotti all’interno del circolo sanguigno, diversamente dalle ghiandole “esocrine” (per esempio quelle salivari), che riversano i loro secreti verso l’esterno.
Nelle ghiandole endocrine, come il testicolo, l’ovaio o la tiroide, possono comparire tumori benigni o maligni associati ad un’aumentata o ridotta produzione ormonale. Nelle forme benigne è più frequente un incremento dei livelli ormonali; al contrario i tumori maligni si associano solitamente ad una riduzione della funzione ghiandolare e quindi della produzione ormonale.
Poiché tra le varie funzioni svolte dagli ormoni vi è anche quella di regolare la proliferazione cellulare, è legittimo chiedersi se le terapie ormonali siano in grado di favorire l’insorgenza di alcune neoplasie, come il tumore al seno o alla prostata.
Alcuni ormoni posso essere assunti volontariamente sotto forma di farmaci prescritti dal medico, oppure inconsapevolmente attraverso inquinanti presenti nell’ambiente. Inoltre, nelle donne l’esposizione agli estrogeni nel corso della vita può dipendere da diversi fattori: l’età della prima mestruazione e della menopausa, il numero di gravidanze, i periodi di allattamento, lo stile di vita. Per esempio, il sovrappeso favorisce un aumento dei livelli di estrogeni nel sangue poiché il tessuto adiposo promuove la conversione di alcuni precursori ormonali in estrogeni.
Come si diceva, alcuni ormoni possono essere assunti come terapia sostitutiva in caso di carenza della funzione ghiandolare corrispondente (per esempio, dopo l’asportazione chirurgica della tiroide per gozzo o per iperfunzione della ghiandola), oppure per il trattamento dei sintomi della menopausa o a scopo contraccettivo.
Anche gli uomini possono assumere terapie ormonali, per esempio nel caso di ridotta funzione testicolare. In questo caso l’endocrinologo prescrive la terapia sostitutiva con testosterone, attualmente disponibile in preparazioni farmacologiche che mimano la corretta produzione fisiologica in maniera molto più precisa rispetto al passato. Purtroppo alcune sostanze ormonali di tipo androgeno (cioè con effetto simile al testosterone) sono molto diffuse negli ambienti sportivi allo scopo di aumentare la massa muscolare e le prestazioni fisiche. L’uso di tali ormoni androgeni a scopo anabolizzante può stimolare la crescita cellulare, e quindi favorire anche lo sviluppo di alcuni tumori, oltre che esporre ad altri effetti collaterali: incremento dell’ematocrito (cioè della percentuale della parte corpuscolata del sangue, soprattutto costituita da globuli rossi) con aumentato rischio di malattie trombo-emboliche; disfunzioni sessuali; infertilità.
Bisogna comunque sottolineare la differenza sostanziale tra una terapia ormonale sostituiva (per carenza della funzione ghiandolare) e l’assunzione incontrollata di ormoni per le più diverse finalità. Infatti, mentre alcuni ormoni, se presenti in quantità eccessive, possono agire come fattori di crescita favorendo lo sviluppo di tumori ormono-sensibili, le terapie ormonali sostitutive, se ben condotte attraverso preparazioni molto simili se non identiche agli ormoni “naturali” e sotto stretto controllo medico, non presentano rischi particolari in quanto tali terapie vanno a compensare la produzione ormonale della ghiandola diventata funzionalmente carente.