(Articolo redatto e pubblicato da Michela Tomellini – 30 lug 2018)
OSTEOPOROSI: l’importanza della prevenzione
L’osteoporosi rappresenta una delle patologie più frequenti nella popolazione anziana e spesso viene diagnosticata solo quando è in fase avanzata, talvolta a seguito di una frattura.
Si tratta di una malattia che, provocando una riduzione della densità minerale ossea, comporta un aumento della fragilità di quelle parti scheletriche maggiormente a rischio, quali i polsi, il collo del femore e le vertebre della regione dorso-lombare. La struttura dell’osso infatti si modifica diventando meno compatta ed elastica e più suscettibile ad andare incontro a fratture spontanee o in seguito a traumi o cadute anche di lieve entità.
Le cause che determinano l’osteoporosi sono molteplici, essendo di natura genetica, ormonale e nutrizionale, nonché legate all’età. Anche la concomitanza di alcune patologie, l’assunzione di alcuni farmaci per un lungo periodo di tempo e l’immobilità protratta possono essere coinvolti nella genesi o nel peggioramento di tale patologia.
L’osteoporosi è una malattia “silente”, poiché non provoca di per sé alcuna sintomatologia, ma rappresenta una potenziale causa di invalidità ed è bene quindi saperla riconoscere in tempo al fine di poterne prevenire le complicanze. Secondo le ultime raccomandazioni della SIOMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), la diagnosi di osteoporosi viene posta mediante la densitometria ossea, esame che dovrebbe essere effettuato a tutte le donne oltre i 65 anni e ai maschi oltre i 70 anni di età; in caso di menopausa prima dei 45 anni di età, o nell’uomo a qualsiasi età in presenza di pregresse fratture da fragilità, di riscontro radiologico di osteoporosi o di fattori di rischio maggiori per osteoporosi (uso di farmaci osteopenizzanti o malattie associate ad osteoporosi), inadeguato introito di calcio o condizioni di rischio per ipovitaminosi D, periodi prolungati di immobilizzazione, fumo, abuso di alcool, magrezza, familiarità).
Ciascuno di noi può prevenire, o per lo meno, rallentare, la compromissione della densità ossea, adottando, laddove è possibile, tutte quelle misure atte a modificare uno stile di vita non propriamente salutare.
Ecco quali sono, nello specifico, le misure di prevenzione:
1) Dieta: è indispensabile adottare e mantenere nel tempo una dieta che garantisca un sufficiente apporto di calcio e di vitamina D, nonché di proteine, carboidrati e grassi in rapporto bilanciato. Talvolta, qualora lo specialista lo ritenga necessario, è necessario anche associare una supplementazione di calcio e di vitamina D sotto forma di integratori. E’ stato dimostrato che la carenza di calcio e di vitamina D è la causa più comune di mancata risposta alla terapia farmacologica dell’osteoporosi.
2) Attività fisica: per mantenere uno stile di vita sano e ridurre il rischio di osteoporosi, è buona regola praticare una modesta attività fisica: è sufficiente una camminata di 30 minuti al giorno, preferibilmente all’aria aperta, per migliorare la forza muscolare e mantenere un buon livello di resistenza ed elasticità. E’ bene muoversi in piena sicurezza cercando di ridurre il più possibile il rischio di caduta (evitare di camminare su terreni disconnessi, in ambienti male illuminati, utilizzare calzature confortevoli, non abusare di farmaci sedativi).
3) Abolizione del fumo di sigaretta e riduzione del consumo di alcolici: lo stress ossidativo e i prodotti di scarto originati dal fumo di sigaretta e i danni epatici provocati dall’abuso alcolico influiscono negativamente sulla massa ossea. Cerchiamo quindi di smettere di fumare e di limitare il consumo di alcolici e di superalcolici. Concesso mezzo bicchiere di vino ai pasti principali.
In conclusione, l’osteoporosi è una patologia che va riconosciuta e trattata prima che possa provocare danni invalidanti. Ricordiamoci di “supportare” con poche buone abitudini, chi costantemente e silenziosamente “supporta” noi e il nostro carico!
Dr.ssa Michela Tomelini
30/07/2018